Il parto, è un momento molto emozionante per ogni donna, è un processo che si svolge in diverse fasi, che vanno conosciute per affrontarle al meglio. Il parto naturale comincia con la fase cosiddetta prodromica. La futura madre avverte dei dolori piuttosto forti al basso addome, simili a quelli della sindrome premestruale e lo stimolo ad urinare frequentemente.
Dopo un paio di ore i dolori si attenuano progressivamente fino a scomparire. Successivamente la cervice si dilata e avviene la fuoriuscita di un liquido mucoso rossastro. Dopo 72 ore sopraggiunge la rottura delle acque vera e propria, segnale che ci si sta avvicinando sempre di più al momento del parto naturale. Dopo circa 24 ore si passa alla fase dilatante dove l’intensità delle contrazioni incrementa e la cervice si dilata di 4-5 cm. Se non si verificano perdite ematiche (a seguito delle quali è d’obbligo recarsi in ospedale), la madre è pronta per un parto naturale. Ora si entra nella fase attiva: la cervice è completamente dilatata e le contrazioni sono diventate ritmiche e regolari, con un intervallo tra l’una e l’altra di un minuto circa, trasformandosi nelle cosiddette doglie. Per rendere meno doloroso il parto naturale, la donna può richiedere l’iniezione epidurale.
Il canale adibito al passaggio del bimbo è ormai pronto, ed inizia la fase espulsiva. Le spinte del parto naturale cominciano quando la testolina del bimbo è in posizione con la linea del pavimento pelvico. Il parto naturale richiede parecchie energie e una grande concentrazione: la donna dovrà spingere, aiutata dal personale medico, anche per un periodo molto lungo. Tutto ciò sarà però ripagato dalla sensazione bellissima e unica di essere diventata madre. Ecco che allora la fatica del parto naturale svanirà del tutto. Alla fine del parto, la neomamma sarà monitorata per un paio di ore, per controllare che i parametri siano mantenuti a livelli ottimali. Successivamente, verrà ricondotta in camera dove finalmente potrà stringere a sé il proprio bambino.