Una volta avuta la conferma di essere incinta la futura mamma, fin dalla prima visita ginecologica, esce dallo studio del medico portando con sé la prescrizione per gli esami del sangue in gravidanza. Questo primo screening è indispensabile per poter monitorare correttamente la gestazione fin dallo stadio iniziale.
E’ indispensabile verificare che la donna abbia già contratto una serie di malattie infettive potenzialmente pericolose in gravidanza, come per esempio la rosolia o la toxoplasmosi (specialmente se ci sono gatti in casa). Normalmente, anche quando la futura mamma non è un soggetto a rischio, vengono richiesti anche analisi per escludere Epatite B, sifilide e HIV. Se l’esito di questi primi esami del sangue è negativo non occorre ripeterli, in caso contrario sono consigliabili controlli trimestrali.
Vanno ovviamente monitorati anche altri valori. Prima di tutto sideremia e transferrina, per valutare se la gravida dispone di scorte di ferro sufficienti a fronteggiare le future necessità del feto. Se non sussistono problemi l’accertamento deve essere ripetuto fra la 28° e la 32° settimana e fra la 33° e 38°. Altre analisi vengono invece ripetute ogni 2/3 mesi. E’ il caso, per esempio, dell’emocromo, utile, fra gli esami del sangue durante il periodo della gravidanza, per valutare il numero e le dimensioni di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi e poter quindi scongiurare un’anemia. Se sfortunatamente gli esami confermano situazioni patologiche, sarà il medico a decidere, caso per caso, ogni quanto richiedere gli esami del sangue.
Il medesimo discorso vale anche per il dosaggio della glicemia, cioè dei livelli di zucchero presenti nel sangue, che permette di escludere che la futura mamma soffra di diabete mellito mentre le sigle Ast e Alt nascondono esami sul sangue per valutare lo stato di salute del fegato. Un unico esame a inizio gestazione viene invece prescritto dal ginecologo per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh. Questa analisi accerta che vi sia compatibilità fra il sangue della mamma e quello del bambino; se così non fosse sarà lo stesso medico a indicare una serie approfondita di esami del sangue.