Si può definire neonato stitico, un bambino che non evacua nell’arco delle quarant’otto ore.
Se il neonato è allattato al seno, in media produrrà feci per sei sette volte durante la giornata, praticamente dopo ogni poppata ed è pressoché impossibile che possa essere stitico.
Ci sono casi in cui il bambino fatica ad evacuare anche se è allattato al seno, non perché stitico, ma perché la sua immaturità gli impedisce di usare correttamente gli sfinteri.
La stitichezza vera e propria non si presenta nell’arco dei dodici mesi di età di un bambino. Il fenomeno del lattante che diventa rosso in volto e mostra segni di sforzo e nervosismo per fare la cacca non appartiene al neonato stitico ma piuttosto al neonato che soffre di dischezia. Tecnicamente la dischezia è proprio la mancanza di coordinazione tra gli addominali e l’ano. Non si tratta di una patologia ma di una fase, assolutamente normale che il bambino supera da sé. I poppanti allattati artificialmente sono più soggetti a manifestare episodi di stitichezza perché evacuano meno frequentemente. Cosa bisogna fare se ci si trova di fronte a un neonato stitico? Come possiamo aiutarlo? I medici consigliano di stimolare l’espulsione delle feci attraverso una leggera stimolazione del retto del bambino con un dito oppure con la punta del termometro. Per non sbagliare o se vi sentite impacciati e avete paura di fare male al bambino, potete acquistare in farmacia un sondino rettale per neonato (si chiama proprio così). Il sondino è un tubicino lungo meno di dieci centimetri e di qualche millimetro di diametro in caucciù morbidissimo. Va usato solo in casi estremi, non deve assolutamente diventare un’abitudine.
Il massaggio è un ottimo rimedio naturale e fa benissimo al neonato stitico, chiedete ad un esperto come praticarlo. Superato l’anno di età si possono avere cause di stitichezza vere e proprie, non più confuse con dischezia. I motivi sono nell’alimentazione (passaggio dal seno al latte artificiale); tabù o ansia di doverla fare nel vasino (in quel caso si può valutare di tornare al pannolino perché probabilmente il bambino non è ancora pronto); alimentazione poco ricca di frutta e fibre. Intervenite dunque come si fa con un adulto se pensate che il problema sia alimentare oppure, se il bambino è ancora un lattante, provate a cambiare il latte in uso con un altro ricco di prebiotici.